Roma, metro, bus, stazioni inaccessibili: l’odissea dei disabili
L’odissea di una famiglia con un figlio disabile giunta a Roma per turismo costretta alla fermata Arco di Travertino della metro a prendere di peso il figlio tetraplegico in carrozzina così da poter finalmente uscire in strada per via di montascale non funzionante, non è altro che l’ennesima vicenda che dimostra come la mobilità nella Capitale non sia per tutti, servita sì da tre linee metro, ma che rendono l’esperienza di viaggio off limits per molti, come anziani fragili, disabili ma anche per i cittadini con passeggini al seguito.
Chi viaggia su sedie a rotelle purtroppo sa bene che a Roma molte stazioni metro sono inaccessibili ma sa anche che quando frequenta quelle dichiarate accessibili rischia di incappare in ascensori, montascale, scale mobili fuori servizio e fare la fine del topo in gabbia. Spesso si riesce a salire sui vagoni o tornare in superficie solo grazie a cittadini e al personale di servizio con buona volontà che si adoperano come possono per dare una mano.
La situazione è talmente grave che la stessa ATAC l’azienda romana di trasporto pubblico fornisce in tempo reale l’elenco di tutte le stazioni che ogni giorno, a decine, sono in condizione di guasto con una media giornaliera di 30 “fuori servizio” con una inefficienza che interessa tanto le linee A, B e C, quanto la Roma-Lido e la Roma-Viterbo.
Solo un esempio di questi giorni: le stazioni metro di Subaugusta, Cinecittà, Ponte Lungo, Furio Camillo, Re di Roma e Manzoni sono non accessibili con ascensori fuori servizio per revisione, Cornelia: ascensori esterni fuori servizio, Cipro: ascensore esterno fuori servizio, Colli Albani: montascale per piano banchine fuori servizio, -Conca D’Oro-Libia-Annibaliano-Ionio: stazioni non accessibile con ascensori (ascensori fuori servizio per revisione/collaudo) parzialmente accessibili con scale mobili.
-Ponte Mammolo: ascensore esterno fuori servizio.
-Quintiliani: ascensori fuori servizio, per sostituzione integrale.
-Tiburtina: scale mobili fuori servizio per sostituzione integrale
-Bologna: ascensori e scale mobili in discesa fuori servizio, per sostituzione integrale.
-Policlinico: ascensore esterno, fuori servizio
–Pantano, Graniti, Finocchio, Bolognetta, Borghesiana, Fontana Candida, Grotte Celoni, Torre Angela, Torrenova: stazioni non accessibili con ascensori e/o scale mobili (ascensori fuori servizio per revisione).Termini: ascensori esterni, fuori servizio.
A questi “fuori servizio” si aggiungono le stazioni da sempre inaccessibili come Barberini-Fontana di Trevi, Spagna, Repubblica, Garbatella (lato Ostiense)
Per quanto riguarda la Roma Lido, alcune settimane fa si è battuto un nuovo record: 22 impianti fermi su 30
L’elenco è lungo e ormai da anni ripetitivo ma ci sembra doveroso continuare a far emergere in tutta la sua gravità una situazione che continua ad ostacolare e discriminare una parte dei cittadini romani e dei turisti con problemi di mobilità. Nonostante Roma Capitale, come si legge sul sito di Atac, sia “impegnata da tempo nel progressivo abbattimento delle barriere architettoniche presenti sul territorio urbano allo scopo di assicurare ai cittadini con disabilità, temporanee o permanenti, la migliore fruibilità dei servizi alla mobilità”, è evidente che il lavoro da fare sia ancora tanto con la metà delle 75 stazioni metro che presenta problemi di accessibilità.
La situazione della mobilità dei trasporti urbani di superfice a Roma è ancora peggiore. Secondo una recente indagine nel centro storico solo il 10% di 460 fermate di bus sono “accessibili” con un parco mezzi che benché presenti per circa l’80% bus equipaggiati di pedana mobile per la salita delle sedie a rotelle, non possono utilizzare la pedana perché non funzionante o spesso perché sono ancora pochissime le banchine di fermata realizzate nel rispetto della normativa vigente, quindi, dotate di scivoli e rampe nonché di percorsi tattili per consentire l’accesso a tutta la clientela. La stessa Atac dichiara che attualmente solo 24 linee sono garantite per le Persone con Disabilità motoria su 256 linee complessive.
Roma quindi con bus e stazioni metro ‘poco accessibili’, ma anche città con carenza di mappe tattili e semafori sonori, con chilometri di marciapiedi senza rampe, come ad esempio all’Eur in IX Municipio in viale America dove ci sono decine di uffici pubblici e ministeri ma i marciapiedi sono alti 40 centimetri e non c’è uno scivolo, o come nel II Municipio su via dello Scalo di San Lorenzo dove ci sono moltissimi giovani con e senza disabilità che vanno all’università e in un chilometro e mezzo non trovano un attraversamento con le rampe, fino ad arrivare alla vergognosa situazione di piazza Barberini o di piazza Marconi.
Il Peba (Piano di eliminazione delle barriere architettoniche) nella Capitale è fermo da quasi un decennio malgrado si parli da tempo di linee guida, sperimentazioni e di progetti esecutivi e priorità degli abbattimenti. Una situazione che ristagna da anni senza alcun progresso. Roma potrà definirsi civile solo quando la mobilità sostenibile, l’accessibilità e la fruibilità dei suoi spazi sarà dignitosa per tutti quanti, nessuno escluso.
Il Consiglio Direttivo e Genitori aderenti alla Rete SupeRare
Fonte: Rete SupeRare 6 novembre 2022
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